Casi clinici
Affezioni acute anorettali 1
I corpi estranei rettali
 

Tra le affezioni acute ano-rettali una che si incontra frequentemente, e che desta sempre molto interesse specie tra i medici più giovani e inesperti, è il reperto di corpi estranei (CE) endorettali. In letteratura viene descritto il reperto di quasi ogni genere di oggetto (bottiglie di ogni foggia e materiale, contenitori, tappi, lampadine, posate, petardi, etc.); se non sono presenti gravi lesioni della parete del retto o degli sfinteri il problema tecnico si limita all'estrazione per via transanale.
Vengono presentate le immagini di due casi clinici di CE endorettali.

Tecnica dell'estrazione
L'estrazione viene praticata in anestesia generale con rilassamento muscolare completo in modo da ottenere la dilatazione massimale dello sfintere. La posizione ideale è quella con paziente in decubito sul dorso con gli arti inferiori abdotti ed extraruotati. La posizione a serramanico può essere indicata in alcuni casi. Talvolta circostanze particolari limitano la flessione delle anche o impediscono un Trendelemburg molto spinto e pertanto si è costretti a ripiegare su posizioni non ottimali.
La lubrificazione del retto deve essere abbondante.
Si passa dunque ad agganciare il corpo estraneo con uno strumento idoneo a reggere lo sforzo di trazione e si procede mediante un movimento combinato di trazione e rotazione. La rotazione avviene secondo due piani:
1 - coronale - in modo da permettere l'abbassamento dell'oggetto senza trazionare eccessivamente la mucosa col rischio di lacerarla,
2 - sagittale - in modo da adattare il corpo estraneo alla concavità del sacro e del coccige. La difficoltà maggiore consiste proprio nell'imprimere questo movimento; in alcuni casi sembra quasi che il corpo estraneo rimanga "agganciato" dalla punta del coccige. Con una adeguata rotazione in avanti l'oggetto si impegna attraverso l'ano e quindi viene estratto. In questa manovra può essere utile l'uso di una spatola a bordi smussi per fare leva sul corpo estraneo e sollevarlo oltre la punta del coccige.
Gli strumenti più idonei per l'estrazione sono le pinze da presa, i divaricatori e il forcipe, che consentono di afferrare il CE senza frantumarlo. I divaricatori vengono posizionati al di sopra del corpo estraneo in modo da poter esercitare uno sforzo di trazione anche di svariati chilogrammi, mentre il forcipe e le pinze afferrano l'oggetto sulle pareti laterali col rischio di deformarlo o romperlo.
Le immagini seguenti danno una panoramica delle modalità tecniche di estrazione e delle principali indicazioni e controindicazioni:
 

Estrazione di una bottiglia con tecnica digitale.
Le bottoglie hanno la peculiarità di risalire fino nel sigma. In questo caso l'estrazione per via rettale può essere oltremodo difficile.
Una bottiglia di foggia particolare può essere afferrata con un laccio realizzato estemporaneamente con una fettuccia.
Un oggetto di forma rotondeggiante e privo di spigoli può essere afferrato con un forcipe; in questo modo la presa può essere sufficiente per l'estrazione.
Una bottiglia con l'imboccatura rivolta verso il basso può essere estratta introducendo una robusta pinza nell'imboccatura stessa e quindi trazionando verso il basso.
Tecnica dell'estrazione e indicazioni per l'uso di un particolare stumento a seconda del tipo di CE ed eventuali rischi
strumento
forza *
indicazioni controindicazioni e rischi
pinze da presa
L A
CE di materiale deformabile (plastica) rottura del CE per schiacciamento, lesioni della mucosa da parte della pinza se munita di denti
forcipe
L A T
CE smussi rottura del CE per schiacciamento
divaricatori
solo A
CE smussi nell'ampolla rettale impossibile se il CE risale nel sigma
lacci
solo A
CE con una foggia che si presta ad essere agganciata lesione della mucosa e dello sfintere da parte del laccio
* modalità di applicazione delle forze 
L - laterale 
A - assiale 
T - torsione

In linea di massima il CE non deve mai essere deformato o frantumato. In questo modo si evita la formazione di bordi o frammenti taglienti che possono lesionare la parete del retto o, ancor peggio, lo sfintere.
Si riportano alcune immagini di un caso clinico in cui lo sforzo di trazione è stato tale da deformare un divaricatore (nell'immaginea sinistra in corrispondenza alla freccia). Il CE era rappresentato da un barattolo di vetro del diametro di circa 6 cm.
Vengono riportate due immagini radiologiche di un secondo caso; vista la foggia del CE l'estrazione è stata praticata con un forcipe ostetrico.
 

Caso 1: una immagine radiologica prima dell'intervento di estrazione. Caso 1: trazione con due divaricatori. Caso 1: estrazione dal retto. Caso 1: il corpo estraneo e i due divaricatori; si noti il divaricatore di sinistra deformato dall'intenso sforzo necessario in corrispondenza della freccia.
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Caso 2: corpo estraneo costituito da una bottiglia: una immagine radiologica in proiezione translaterale. Caso 2: corpo estraneo costituito da una bottiglia: una immagine radiologica in proiezione anteroposteriore. Il CE è stato estratto utilizzando un forcipe ostetrico.

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