Nefrectomia laparoscopica da donatore vivente: esperienza della Università del Maryland
Autori: Prof. Marco Casaccia, Dr. Pietro Diviacco
 
INTRODUZIONE
TECNICA OPERATORIA
Tesi di Specializzazione e materiale didattico
RINGRAZIAMENTI
 


INTRODUZIONE
La crescente carenza di organi disponibili per il trapianto ha spinto verso l’impiego sempre maggiore di donatori viventi per il trapianto di rene. Quasi tutti i 250 centri di trapianto presenti negli Stati Uniti praticano i trapianti di rene da donatore vivente, di solito attraverso un approccio retroperitoneale con incisione al fianco. Da qualche anno è ormai praticata la rimozione di rene da donatore vivente per via laparoscopica, metodica che si è dimostrata superiore all’approccio classico.
I potenziali benefici comprendono una riduzione del dolore postoperatorio, un tempo di degenza inferiore, un rapido ritorno all’attività normale ed un beneficio dal punto di vista estetico.
L’Università del Maryland possiede la più grande esperienza in merito a questa tecnica, avendo praticato oltre 300 interventi del genere. Tale esperienza dimostra come tale tecnica non solo offre ottimi risultati ma rappresenta la migliore strategia in termini di costi/benefici per far fronte ai pazienti con insufficienza renale cronica “end-stage”.
Il trapianto di rene rimane per questi pazienti il solo trattamento capace di ridare loro una certa indipendenza dalla dialisi. Con l’introduzione di trattamenti immunosoppressivi sempre più efficaci, la sopravvivenza degli organi trapiantati è migliorata sensibilmente. I dati provenienti dallo United Network for Organ Sharing (UNOS) indicano chiaramente come il trapianto di rene da donatore vivente sia superiore al trapianto di rene da cadavere.
Il tasso di sopravvivenza per il graft/paziente per riceventi da donatori cadavere è del 88,1% - 95% ad un anno e del 68,7% - 87,5% a tre anni. Analogamente, in caso di donazione da vivente, il tasso di sopravvivenza del graft/paziente è del 93% - 98% ad un anno e del 83,7% - 94,3% a tre anni.
Oltre ad una maggiore sopravvivenza del paziente e del graft, il trapianto di rene da donatore vivente offre molti altri vantaggi. I tempi di attesa per i riceventi da donatore vivente sono evidentemente più corti di quelli da cadavere. Benchè i tempi di attesa varino di regione in regione, a Baltimora nel Maryland, i riceventi da donatore vivente aspettano di solito 2-3 mesi. Questi tempi se paragonati ai 3-5 anni di attesa per un rene da donatore cadavere fanno lievitare i tempi di dialisi ai quali il paziente deve sottoporsi. Inoltre dato che il trapianto che fa seguito ad una donazione da vivente può essere programmata in elezione, è possibile preparare in modo ottimale lo stato sia del donatore che del ricevente. Altro aspetto non trascurabile è che la donazione da vivente può fornire elementi di istocompatibilità più affini e quindi delle chance per uno zero HLA-mismatch più alte, oltre a tempi di ischemia fredda ridotti e necessità di minore immunosoppressione.
 

donazione da vivente: principali vantaggi 
tasso di sopravvivenza per il graft/paziente
tempi di attesa
programmata in elezione
elementi di istocompatibilità più affini
tempi di ischemia fredda ridotti
necessità di minore immunosoppressione

Sfortunatamente è stato valutato che nel 1997 il trapianto da donatore vivente rappresentava numericamente solo il 29,3% di tutti i trapianti di rene. Questo si spiega in parte con gli scarsi incentivi esistenti alla donazione.
Fattori come il prolungato ricovero, il dolore postoperatorio, una lunga convalescenza associata a scarsi esiti estetici avevano scoraggiato la donazione da vivente.
Con l’avvento della chirurgia mininvasiva sempre più interventi hanno beneficiato dell’approccio laparoscopico.
 

motivazioni che avevano scoraggiato la donazione da vivente
prolungato ricovero
dolore postoperatorio
lunga convalescenza
scarsi esiti estetici

 

LA TECNICA OPERATORIA
La tecnica operatoria prevede un accesso transperitoneale e la mobilizzazione delle flessure del colon per accedere al retroperitoneo. Si isolano quindi sequenzialmente la vena, l'uretere e per ultimo l'arteria. Quando il rene è completamente isolato da ogni connessione si sezionano l'arteria e la vena renali e si estrae l'organo.
 
 

Di seguito vengono riportate le immagini più significative di un caso: le didascalie compaiono puntando sull'immagine e lasciando il mouse fermo per qualche secondo. 
(alcune immagini arrivano ad occupare 1,2 M, pertanto il caricamento può essere oltremodo lungo in caso di connessione lenta)

 
 
A destra il Prof. L. Ratner responsabile dell'unità di trapianto di rene del Johns Hopkins Institutions, Baltimora, USA - a sinistra il Prof. Marco Casaccia Dipartimento Trapianti (Di.S.C.A.T.) Genova La disposizione dei port e le dimensioni in mm nel caso si opti per tre accessi La disposizione dei port nel caso si opti per quattro accessi: 1 - ottica, 2-3-4 - strumenti La disposizione del malato sul tavolo operatorio su un cuscino enflatile (verde) e la posizione relativa del rene e della vescica; è indicata anche la sede del pneumo sleeve port nel caso in cui si utilizzi questa metodica La disposizione degli operatori e dello strumentario: 1-2-3 chirurghi, 4 strumentista, 5-6 monitor, 7 mensola strumenti chirurgici
Liberazione della flessura splenica con sezione del legamento splenocolico Apertura della doccia parietocolica sinistra; messa a nudo della fascia di Gerota. Le frecce indicano la capsula del rene con la fascia di Gerota Dopo apertura della fascia di Gerota si isola il polo superiore del rene. 1 - rene, 2 - milza, 3 - surrene aderente alla fascia di Gerota Liberazione dell'ilo renale: 1 - rene, 2 - milza, 3 - vena renale, 4 - vena gonadica, 5 - vena lombare Liberazione dell'ilo renale: 1 - vena renale, 2 - vena gonadica, 3 - vena surrenalica Liberazione dell'ilo renale: 1 - rene, 2 - vena renale, 3 - aorta, 4 - arteria renale, 5 - vena gonadica, 6 - milza
Isolamento dell'uretere e della vena gonadica al di sopra dei vasi iliaci: 1 - uretere, 2 - clips sulla vena gonadica, 3 - muscolo psoas Dopo sezione della vana gonadica si procede a sezionare l'uretere tra clips (frecce) Sezione dell'arteria mediante 1 - endogia 30 vascolare; 2 - vena renale, 3 - vena gonadica già sezionata Sezione della vana renale meciante endogia 30 vascolare (freccia) Estrazione dell'organo mediante endobag L'estrazione del rene dalla breccia cutanea


Tesi di Specializzazione
E’ disponibile sul web la Tesi di Specializzazione in Urologia del Prof. Marco Casaccia dal titolo “Nefrectomia laparoscopica da donatore vivente: esperienza della Università del Maryland” (scarica formato doc formato pdf). Dalla Tesi è stata tratta buona parte del materiale necessario alla realizzazione di questa pagina web.
La tesi è articolata nei seguenti capitoli:
 

CAPITOLO I INTRODUZIONE
CAPITOLO II A. VALUTAZIONE DEL DONATORE
B. SELEZIONE DEL RENE
CAPITOLO III TECNICA DELLA LLDN – UNIVERSITA’ DI BALTIMORA
A.  NEFRECTOMIA SINISTRA
B.  NEFRECTOMIA DESTRA
CAPITOLO IV TECNICHE LAPAROSCOPICHE ALTERNATIVE
A. HAND-ASSISTED LAPAROSCOPIC LIVE DONOR NEPHRECTOMY
  A1. INTRODUZIONE
  A2. DESCRIZIONE DELLA TECNICA
B. LAPAROSCOPY-ASSISTED EXTRAPERITONEAL LIVE DONOR NEPHRECTOMY
  B1. INTRODUZIONE
  B2. DESCRIZIONE DELLA TECNICA
CAPITOLO V RISULTATI DELLA CASISTICA DELL’UNIVERSITÀ DI BALTIMORA 

Ringraziamenti
Il Prof. Marco Casaccia porge un particolare ringraziamento al CNR che ha permesso e promosso l’attuazione del Programma di ricerca Scientifica svolto presso l’Università del Maryland a Baltimora-USA nel giugno 2001 e del quale questa pagina web e la tesi di specializzazione sono il frutto;
 

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