Valutazione dell'operabilità e del rischio in chirurgia toracica
La dinamica V/Q

L'anamnesi
L'emogasanalisi
La spirometria
La scintigrafia polmonare
La valutazione pre-operatoria
La dinamica circolatoria
La preparazione all'intervento
La dinamica V/Q
 
Un meticoloso e corretto inquadramento pre-operatorio è di fondamentale importanza in chirurgia toracica sia per valutare la reazione del malato all'esclusione polmonare durante l'atto chirurgico sia per predire l'esito di una riduzione del parenchima nel post-operatorio:


intra-operatorio transitoria esclusione polmonare
post-operatorio definitiva riduzione del parenchima polmonare

Alcuni studi da praticare nel periodo pre-operatorio si prestano ad esprimere il giudizio di operabilità. Essi sono:  l'anamnesi, l'emogasnalisi, la spirometria e la scintigrafia polmonare.

L'anamnesi

E' importante ricercare le condizioni che possono alterare la funzionalità respiratoria; alcune sono affezioni degli organi del sistema cardio-respiratorio, mentre altre sono estranee, ma comunque ne condizionano la funzionalità. Le principali condizioni da individuare sono le seguenti:

Sindromi restrittive sindromi restrittive
edema polmonare
fibrosi polmonare
insufficiente secrezione di surfactante
Sindromi ostruttive COPD 
asma
broncostenosi
stenosi vie aeree
ab ingestis
traumi
Affezioni della meccanica della parete versamenti
emorragia
pneumotorace
Aumento del lavoro della respirazione gravidanza
ascite
obesità
Difetti della parete scoliosi
cifosi
torace a ventola (flail chest)
Malattie muscolari con diminuzioni della forza malnutrizione
miastenia
paralisi


L'emogasnalisi

L'emogasanalisi e il bilancio acido base sono importanti come primo approccio al paziente con disturbi respiratori o candidato ad un intervento di chirurgia toraco-polmonare.
L'ossigeno viene trasportato per il 97% legato all'emoglobina e per il 3% disciolto nel plasma. Al contrario l'anidride carbonica è trasportata quasi integralmente in forma disciolta e, inoltre facendo parte del sistema buffer-tampone pH, condiziona il bilancio acido base. L'emoglobina dimostra un comportamento peculiare nei confronti dell'ossigeno:

la curva di dissociazione dell'emoglobina può spostarsi a seconda delle condizioni indicate; questo comportamento consente di adeguare l'affinità dell'emoglobina alle condizioni metaboliche e di circolo. In sintesi l'emoglobina carica e scarica l'O2 auto-adattandosi alla situazione contingente in modo da ottimizzare l'ossigenazione periferica. 

Senza entrare nei dettagli si può affermare che la PO2 come test clinico è molto meno significativa rispetto alla PCO2. Questo particolare comportamento è giustificato dalla capacità di diffusione, attraverso la membrana respiratoria, della CO2 che è circa 20 volte maggiore rispetto alla diffusibilità dell'O2.

Il bilancio acido-base è il secondo parametro che emerge dall'emogasnalisi. La CO2 è scambiata continuamente attraverso l'apparato respiratorio, ma non è solo un gas in quanto possiede anche un impatto come buffer sull'equilibrio del pH che è regolato, a medio-lungo termine, dall'emuntorio renale.

In sintesi si possono individuare le condizioni evidenziate in tabella:


A - condizione normale
B - acidosi metabolica lieve con acidosi respiratoria grave 
C - alcalosi metabolica grave con acidosi respiratoria lieve 
D - alcalosi metabolica lieve con alcalosi respiratoria
E - acidosi metabolica con alcalosi respiratoria
 
modificata da: Davenport: The ABC of acid-base chemistry. University of Chicago Press


La spirometria

Affinché lo scambio gassoso tra aria atmosferica e i gas trasportati nel sangue possa avvenire in modo continuativo e corretto deve essere garantita una ventilazione ottimale mediante una successione di atti respiratori.
 

VC - Vital Capacity
IRV - Inxpiratory Reserve Volume
TV - Tidal Volume
ERV - Expiratory Reserve Volume
RV - Residual Volume
IC - Inxpiratory Capacity
FRC - Functional Residual Capacity
TLC - Total Lung Capacity

La figura mostra i volumi, o capacità, e i relativi nomi. Si tratta di volumi importanti, ma che prescindono dal tempo, mentre per una analisi più accurata è importante anche valutare il tempo impiegato (spirometria dinamica) a raggiungere un particolare volume e lo sforzo muscolare necessario per provocarli. Uno sforzo sub-massimale può falsare completamente l'esame e renderlo privo di significato.
 

La spirometria dinamica
Profilo normale
Profilo alterato per broncostenosi con diminuzione del FIV1
TV - Tidal Volume
VC - Vital Capacity
RV - Reserve Volume
FEV1 - Forced Expiratory Volume / 1 second
FVC - Forced Vital Capacity
Profilo normale e quello di un paziente con sindrome ostruttiva

 

In altre parole al volume inspirato o espirato (VC o capacità vitale) si aggiunge la misura del flusso istantaneo. Una delle più sensibili è rappresentata dal volume espirato in un secondo FEV1  (Forced Expiratory Volume /1 second). Altre misurazioni sono il FIV1  (Forced Inxpiratory Volume /1 second) e il FEF 25-75   cioè il flusso relativo alla porzione media dell'atto espiratorio dal 25% al 75% (Forced Expiratory Flux 25-75 chiamato anche MMEF 25-75%    Maximal Mid_Expiratory Flow) e il FEF 50  cioè il flusso istantaneo alla fine dell'espirazione del 50% della capacità vitale (Forced Expiratory Flow 50).
 
 

FEV1 volume espirato in un secondo
FIV1 volume inspirato in un secondo
FEF 25-75 
MMEF 25-75%
flusso relativo alla porzione media dell'atto espiratorio dal 25 al 75% (Forced Expiratory Flow - Maximal Mid_Expiratory Flow)
FEF 50 flusso istantaneo alla fine dell'espirazione del 50% della capacità vitale (Forced Expiratory Flow)

 

Nei casi con ostruzione della via aerea si può verificare un intrappolamento di aria e come conseguenza il volume totale di aria espirata (FVC o Forced Vital Capacity) può essere inferiore alla capacità vitale (VC) registrata durante l'inspirazione.

Il FEV50 viene determinato dalla curva flusso/volume o da quella volume/tempo.

I valori di riferimento per il FVC, FEV1, FEF25-75, FEF50 sono determinati in base all'età, al peso corporeo e al sesso seguendo le formule predittive di Morris del 1971 e Crapo del 1981.

Il FEV1 viene espresso anche come percentuale del FVC mentre non sono disponibili valori di riferimento per il FIV1 che è quasi uguale alla CV e che può quindi anche superare il FEV1.

Bisogna tenere presente che le formule sono state determinate in modo empirico su ampie casistiche di persone sane e con affezioni polmonari. Vengono riportati alcuni valore di riferimento per sesso ed età.
 

FEV1
 età maschio femmina
20-39 3.11-4.64 2.16-3.65
40-59 2.45-3.98 1.60-3.09
60-70 2.09-3.32 1.30-2.53

 
FEV1/Vital Capacity (FEV%)
 età maschio femmina
20-39 77 82
40-59 70 77
60-70 66 74

 
MMEF 25-75%
 età maschio femmina
20-39 3.8 3.4
40-59 2.8 2.2
60-70 2.2 1.6

Le formule per ottenere i valori di riferimento sono quelle sottoelencate:
 

  A H W C RSD
Maschio
TLC   +6.92 -0.017 -4.30 0.67
VC -0.02 +4.81   -2.81 0.5
FRC +0.015 +5.3 -0.037 -3.89 0.56
FRC/TLC% +018   -0.12 +52.3 6.8
FEV1 -0.033 +3.44   -1 0.5
FEV% -0.37     +91.8 7.2
MMEF25-75% -0.0523     +5.85 1
Femmina 
TLC -0.015 +6.71   -5.77 0.48
VC -0.022 +4.04   -2.35 0.4
FRC   +5.13 -0.028 -4.5 0.41
FRC/TLC% +0.16   -0.08 +45.2 4.7
FEV1 -0.028 +2.67   -0.54 0.36
FEV% -0.26     +92.1 5.4
MMEF25-75% -0.0579     +5.63 0.71
           

 
valore cercato= (A*età) + (H*altezza) + (W*peso) + C ± 2RSD
A Age, età approssimata all'anno più vicino
H Height, altezza in metri
W Weight, peso in Kg
C Constant, costante
RSD Residual Standard Deviation, deviazione standard residua

 
TLC Total Lung Capacity
VC Vital Capacity
FRC Functional Residual Capacity
FRC/TLC% Functional Residual Capacity/Total Lung Capacity %
FEV1 Forced Expiratory Volume in 1 second
FEV% FEV1 as percent of nonforced expiratory VC
MMEF25-75% mean flow rate during the middle half of the forced expiratory vital capacity
tratta da: G. Birath, Acta Med Scand 173:193, 1963; G. Grimby, Acta Med Scand 173:199, 1963

 

I tracciati anormali sono classificati in due categorie principali: con deficit di tipo ostruttivo e di tipo restrittivo.

Il tracciato del deficit di tipo restrittivo assomiglia a un tracciato normale, ma tutti i volumi appaiono proporzionalmente ridotti. Solitamente il rapporto FEV1/FVC è superiore al 70%, mentre le altre misurazioni appaiono diminuite specie se la VC è ridotta. In questi casi con VC ridotta il FEV1 può uguagliare la VC.

Le principali affezioni capaci di causare un deficit restrittivo sono le seguenti: insufficienza cardiaca specie se con edema polmonare, la polmonite, le fibrosi polmonari e le interstiziopatie, l'embolia polmonare, l'atelettasia, il pneumotorace, il versamento pleurico, i traumi toracici con reazioni antalgiche, le malattie neurologiche con compromissione motoria. Anche una crisi d'asma, che genera tipicamente un deficit di tipo ostruttivo, può accompagnarsi a un momentaneo deficit di tipo restrittivo.


La morfologia schematica di un tracciato dinamico normale e alterato da una affezione restrittiva e da una ostruttiva. 
RV - Residual Volume
TLC - Total Lung Capacity


Con il deficit di tipo ostruttivo FEV1 e FEF25-75 appariranno ridotti  e il rapporto FEV1/FVC sarà inferiore al 70%. La FVC è ridotta anche a causa dell'aumento del volume residuo. Le principali affezioni capaci di causare un deficit ostruttivo sono le seguenti: asma, bronchite ed enfisema.
 

Nella pratica corrente una buona base di partenza per analizzare un tracciato spirometrico prende avvio dalla misurazione del FVC e del FEV1. In questo modo si identificano due condizioni fondamentali:
 

 FVC basso normale o basso
FEV1/FVC normale basso
deficit di tipo restrittivo ostruttivo

Il rapporto FEV1/FVC si presta bene a identificare il deficit ostruttivo, ma non deve essere utilizzato come parametro per stimarne la gravità o la reazione alla terapia; per quantificare il deficit ostruttivo è più utile il FEV1 da solo se paragonato in percentuale al valore stimato con le formule. Solitamente vengono presi come soglia il 50% e il 70%:

deficit ostruttivo
FEV1>70% deficit leggero
50%<FEV1<70% deficit moderato
FEV1<50% deficit grave

L'ostruzione delle via aeree può essere individuata confrontando FEV1 e FIV1:
 

determinazione sede del deficit ostruttivo
FEV1 diminuita diminuita
FIV1 normale diminuita
  FIV1>FEV1 FIV1<FEV1
  ostruzione piccole vie aeree (intraparenchimali) ostruzione vie aeree superiori


Le cause principali di ostruzione della via aerea superiore sono: le stenosi tracheali, le affezioni della laringe.

Un approccio simile a quanto fatto per il FEV1 può essere valido per la stima del deficit restrittivo utilizzando la FVC paragonata in percentuale al valore atteso con le formule.

La scintigrafia polmonare

Per quanto attiene la diagnostica scintigrafica polmonare è opportuno andare a visitare il sito della Scuola di Specializzazione in Medicina Nucleare dell'Università di Padova alle pagine che trattano la diagnostica dell'apparato respiratorio .


La valutazione pre-operatoria

in previsione di interventi demolitivi sul parenchima polmonare (segmentectomie, lobectomie e pneumonectomie)

Il quesito verte attorno a un unico punto: "il malato sarà in grado di sopportare l'esclusione polmonare temporanea intra-operatoria e nel periodo post-operatorio, dopo la perdita irreversibile di tessuto polmonare, sarà ancora in grado di ventilare in modo autonomo e adeguato?". Molti dei pazienti che vengono avviati a un intervento di chirurgia toracica sono affetti da una neoplasia polmonare e buona parte hanno inalato cronicamente polveri, gas o fumi che hanno danneggiato irreversibilmente il parenchima polmonare. Con queste premesse è verosimile che i pazienti possano presentare una broncopatia polmonare ostruttiva (COPD) con ipertensione polmonare e un cuore polmonare cronico.

Pertanto i malati vanno sottoposti a una serie di test atti a valutare l'operabilità nei termini della capacità di ventilare adeguatamente dopo la resezione polmonare.
Il primo step della valutazione è rappresentato dall'emogasanalisi: in particolare si valuta la PaO2, che è abbastanza aspecifica, e la PaCO2 che è decisamente più attendibile. Valori superiori a 45 mmHg impongono una verifica di eventuali malattie associate (broncostenosi, infezione, pnx, atelettasia, etc) e la ripetizione della misura dopo adeguata terapia. Se i valori sono ripetutamente superiori alla soglia indicata si procede a uno studio spirometrico.
Il secondo step prevede la determinazione del FEV1 e del FEV1/FVC; anche in questo caso i valori soglia indicano un rischio elevato di ridurre drasticamente la capacità di ventilare autonomamente nel post-operatorio.
Con il terzo step ci si prefigge l'obiettivo di calcolare quali possano essere i valori del FEV1 nel periodo post-operatorio. Questo parametro viene anche chiamato FEV1post-op.
Con il quarto step, test di diffusione con il monossido di carbonio (DLCO), si può precisare l'operabilità del malato nei casi dubbi con un 30<FEV1post-op%<40. La soglia di inoperabilità è fissata ad un valore inferiore a circa il 30-35% del valore normale.

 
 
test atti a valutare l'operabilità in ordine logico di esecuzione
step esame soglia note
1 PaCO2 >45 mmHg ventilazione compromessa
2 FEV1/FVC <50% limitazione dell'attività fisica, rischio chirurgico elevato
FEV1 <2 l
3 FEV1post-op >0.81 l operabile
FEV1post-op% >40
FEV1post-op <0.81 l inoperabile
FEV1post-op% <30
FEV1post-op% 30<-<40 border line
4 DLCO <30 inoperabile
>35 operabile


La valutazione scintigrafica con TC99 consente di calcolare i paramentri ventilatori post intervento. Il razionale parte dalla valutazione della percentuale di parenchima polmonare funzionante residuo (NL%), che viene determinato con metodiche scintigrafiche, e si basa sulle seguenti formule:

 FEV1post-op = FEV1pre-op * NL%
 FEV1post-op =  (FEV1pre-op * NL%)/ FEV1normale
i pedici pre-op, post-op e normale si riferiscono al periodo preoparatorio, post-operatorio e ai valori normali calcolati con le formule viste nel paragrafo sulla spirometria. 

Bisogna considerare che il polmone è composto da unità funzionali, i segmenti, in numero totale di 42, così divisi:
 
 

segmenti polmone destro % % segmenti polmone sinistro
lobo superiore 6 14 24 10 lobo superiore
lobo medio 4 9 - - -
lobo inferiore 12 29 24 10 lobo inferiore
totale 42 segmenti 22 52 48 20 100% organo

I 42 segmenti possiedono la percentuale di parenchima indicata in tabella.

Per esempio, un paziente candidato a un intervento chirurgico di lobectomia inferiore sinistra perderà 10 segmenti basali pari al 24% e di conseguenza il:
FEV1pre-op= 1.1 litri

diventerà

FEV1post-op= 1.1*(1-24/100)= 0.84 litri

cioè un valore al limite dell'operabilità.

Il valore ottenuto dal calcolo è superiore a quello indicato nella tabella con i valori di riferimento, ma è necessario avere sempre un margine di sicurezza in quanto durante il periodo post-operatorio compaiono alcune situazioni anatomiche e funzionali che possono ridurre pericolosamente questo valore teorico al di sotto del valore soglia. Le principali condizioni che possono ridurre la soglia sono:
 

lo staging intra-operatorio può invitare a resezioni maggiori di quanto preventivato;
la funzione polmonare residua può essere compromessa nel post-operatorio per l'insorgere di atelettasia, flogosi, edema polmonare, versamento pleurico;
la funzione del polmone controlaterale può peggiorare per motivi simili a quelli del punto precedente. Inoltre la condizione di compressione del mediastino sul polmone gravitario, che è provocata dal decubito laterale obbligato da mantenere durante l'intervento, è essa stessa una causa di alterata dinamica respiratoria. 

Per questo motivo un margine di sicurezza ragionevole deve ammontare ad almeno un 15-20%. La condizione preopratoria è condizionante non solo per il risultato immediato, ma anche a distanza:

Situazione preoperatoria, rischio e risultato a distanza
Sistema  a quadranti di Miller per la stadiazione: nei pazienti con aumento della PCO2 si valutano gli indici riportati sugli assi della figura e si individua un punto chc rappresenta lo "status" funzionale del malato e il rischio connesso. 
1 - buona performance e rischio basso; 2 - performance diminuita, ma ancora soddisfacente; 3 - performance diminuita e rischio aumentato.
modificata da CD Williams et al, Am J Surg, 132:763, 1976
Risultati in termini di sopravvivenza nei pazienti sottoposti a interventi di chirurgia toracica:
triangoli - FEV1 < 0.75 l
quadrati - 0.75 < FEV1 < 1.25 
cerchi - FEV1> 1,25 l
modificata da CF Diener et al, Am Rev Respir Dis 111:719-724, 1975

 
 

La dinamica circolatoria

Oltre alla valutazione della funzione ventilatoria bisogna considerare anche le modificazioni della dinamica circolatoria. Nel soggetto normale e sano il letto vascolare polmonare presenta una altissima compliance, cioè modificazioni della portata anche molto elevate (nell'ordine del 250%) non provocano significativi aumenti della pressione del circolo. Nel paziente candidato a interventi resettivi sul parenchima polmonare è quasi sempre presente qualche malattia polmonare concomitante (COPD) che nel lungo periodo può essere stata causa di un quadro di ipertensione polmonare con cuore polmonare cronico. Ne consegue che in questi malati la perdita di una porzione del letto vascolare può essere causa di un aumento critico della pressione polmonare con conseguente scompenso del circolo destro durante il periodo intra- e post-operatorio. I principali segni radiologici di ipertensione polmonare sono i seguenti:
 
 

segni radiologici dilatazione dei rami principali dell'arteria polmonare
attenuazione del disegno vascolare periferico e mantellare
presenza di COPD con iperespansione polmonare, orizontalizzazione delle coste, aumento della dimensione degli spazi intercostali, abbassamento e appiattimento del diaframma
riduzione dello spazio aereo retrosternale
ipertrofia ventricolare destra con cuore piccolo in relazione alla cassa toracica

A questi vanno aggiunti i segni elettrocardiografici e auscultatori.
 

La preparazione all'intervento

Da quanto espresso sopra, ne consegue che l'intervento debba essere pianificato con cura in modo da eliminare tutte le cause che limitano la ventilazione e la perfusione o addirittura in modo da migliorare la performance applicando i seguenti presidi:
 
 

interrompere il fumo almeno 6-10 settimane prima dell'intervento. Questa misura può essere fonte di un aumento della produzione delle secrezioni che vanno drenate col drenaggio posturale o rimosse mediante broncosopia;
fluidificazione delle secrezioni e bonifica di ogni fonte di infezione o flogosi cronica dei distretti tracheo-bronco-polmonari;
broncodilatazione con b-agonisti anche in assenza di un broncospasmo conclamato
miglioramento della meccanica respiratoria mediante esercizi fisici e mediante esercizi respiratori (spirometria incentivante)
miglioramento della meccanica respiratoria mediante riparazione dei difetti della parete toracica e addominale (ernia, laparocele, etc.)
O2 terapia
miglioramento dello stato nutrizionale e terapia delle affezioni concomitanti

 
 

La dinamica V/Q

Quando un soggetto sano è in ortostatismo, e respira con entrambi i polmoni, per ragioni di forza di gravità la perfusione è diretta quasi completamente verso le porzioni basali dei polmoni. Anche la ventilazione subisce, per motivi analoghi, una distribuzione secondo un gradiente apico-basale imposto dalla forza di gravità. In un grafico pressione/volume, che dimostra la compliance polmonare, le zone basali del polmone lavorano sulla porzione ripida della curva, mentre le zone apicali lavorano sulla parte più alta e quasi piatta.

A sinistra la situazione fisiologica in ortostasi, mentre a destra in clinostasi. Per ragioni connesse alla forza di gravità, in ortostasi, la perfusione (P) e la ventilazione (V) delle regioni basali si adattano sulla porzione più ripida della curva mentre quelle apicali sulla spalla quasi piatta.
In clinostasi lo stesso fenomeno coinvolge diverse porzioni del parenchima polmonare. Il polmone più vicino al piano d'appoggio, che prende il nome di antigravitario, viene a lavorare sulla parte ripida, mentre il polmone superiore, che prende il nome di antigravitario, viene a lavorare sulla parte quasi piatta.

Quando la ventilazione e la perfusione sono bilanciate come avviene nel soggetto sano, e quindi gli  scambi sono ottimali, il rapporto V/Q è uguale a circa 0.8.

La figura rappresenta i valori di PO2 e di PCO2 nella situazione di rapporto V/Q normale e alterato.
La parte estrema sinistra della curva, rappresenta un V/Q=0 (equivalente allo shunt) per una diminuzione della ventilazione.
La parte estrema destra della curva, rappresenta un V/Q infinito (equivalente all'aumento dello spazio morto) per una diminuzione della perfusione.

La dinamica varia completamente quando il paziente giace in clinostasi e in aggiunta presenta un decubito laterale obbligato come avviene in chirurgia toracica. In questa situazione i due polmoni vengono ventilati e perfusi secondo il gradiente visto sopra, ma disposto in senso latero-laterale (invece che cranio-caudale). In questa situazione il rapporto V/Q rimane ottimale in quanto il riarrangiamento della distribuzione dei flussi aereo e sanguigno è ben bilanciata con un aumento nella zona declive sia della ventilazione sia della perfusione.

In chirurgia toracica la dinamica respiratoria č alterata oltre che dal decubito anche da fattori aggiuntivi.
Il polmone gravitario viene a lavorare sulla parte declive e piatta della curva (eccesso di perfusione), mentre quello antigravitario viene a lavorare sulla parte quasi verticale e ripida (eccesso di ventilazione).

La situazione si modifica radicalmente quando il malato viene sottoposto ad anestesia ventilando entrambi i polmoni (ventilazione bipolmonare); la prima conseguenza è la riduzione della capacità funzionale residua (FRC, functional residual capacity). Questa riduzione sposta la curva di lavoro dei polmoni verso il basso e a sinistra per cui il polmone inferiore (gravitario) è costretto a lavorare sulla parte piatta, mentre il polmone superiore (antigravitario) è forzato a lavorare sulla parte ripida e lineare. Ne consegue che il rapporto V/Q viene modificato: il polmone gravitario (inferiore) subisce un eccesso di perfusione (V<Q) rispetto alla ventilazione con un effetto simile allo shunt mentre il polmone antigravitario (superiore) subisce un eccesso di ventilazione rispetto alla perfusione con un effetto simile all'aumento dello spazio morto (V>Q).

Riassumendo:

ortostasi gradiente apico-basale V/Q = 0.8  
clinostasi su di un fianco gradiente latero-laterale V/Q conservato  
decubito laterale in anestesia torace chiuso gradiente latero-laterale V/Q alterato shunt polmone gravitario e aumento spazio morto polmone antigravitario
decubito laterale in anestesia torace aperto gradiente latero-laterale V/Q alterato shunt polmone gravitario e aumento spazio morto polmone antigravitario


modificazioni del rapporto V/Q durante l'anestesia a torace chiuso
polmone gravitario (inferiore)  eccesso di perfusione rispetto alla ventilazione  shunt
polmone antigravitario (superiore) eccesso di ventilazione rispetto alla perfusione  aumento dello spazio morto

Ad aggravare la situazione si aggiungono la ventilazione intermittente a pressione positiva, la paralisi della muscolatura e l'apertura della parete toracica che provocano:

modificazioni del rapporto V/Q durante l'anestesia con miorilassamento e a torace aperto
causa effetto
la tendenza allo spostamento del mediastino verso il basso compressione del polmone gravitario con riduzione del FRC 
la tendenza allo spostamento dei visceri addominali verso l'alto compressione del polmone gravitario con riduzione del FRC 
diversione marcata della ventilazione verso il polmone antigravitario ulteriore squilibrio del rapporto V/Q

Come risultato finale si ottiene che il polmone inferiore o gravitario subisce un aumento ulteriore della perfusione, mentre quello superiore, o antigravitario, subisce un aumento ulteriore della ventilazione. L'effetto è quello di aumentare l'effetto shunt (V<Q) e l'effetto di spazio morto (V>Q).

La situazione cambia ancora quando il malato, sottoposto ad anestesia, passa dalla respirazione bipolmonare a quella monopolmonare. Il polmone escluso completamente dalla ventilazione è sede di uno shunt (V/Q=0) che stravolge gli scambi gassosi con una riduzione della ossigenazione ematica mentre lo smaltimento della CO2 rimane invariato. I seguenti fattori intervengono a compensare questa situazione, che alla lunga potrebbe essere insostenibile:

il polmone soggetto a intervento è di solito affetto da malattia e presenta già di base una alterazione del rapporto V/Q (solitamente Q ridotto);
il chirurgo provvede a interrompere i vasi e quindi lo shunt.

Comunque il fattore che contribuisce maggiormente alla corretta redistribuzione dei flussi è la vasocostrizione ipossica (HPV). La vasocostrizione ipossica provvede autonomamente a dirottare il flusso ematico verso i territori meglio ventilati escludendo quelli poco o nulla ventilati. La figura da un'idea dell'effetto della HPV:


Effetto della HPV sulla PaO2; con l'aumento dell'atelettasia si osserverebbe una diminuzione della PaO2 se non intervenisse un meccanismo di compenso.
La curva viene shiftata verso l'alto dalla HPV migliorando di conseguenza la PaO
2.

Per queste ragioni è importante non alterare con interventi farmacologici gli effetti della HPV. Possono essere causa di alterazione dell'HPV in particolare:

causa effetto
iper- e ipo-tensione polmonare  riduzione della HPV
iper- e ipo-capnia  riduzione della HPV
valori alti o bassi della PvO2 riduzione della HPV
gittata cardiaca inversamente proporzionale alla HPV
vasodilatatori (Ca-antagonisti, b2-agonisti, dobutamina, nitroglicerina, nitroprussiato, etc.) riduzione modesta della HPV
vasocostrittori (dopamina, adrenalina, etc.) riduzione della HPV
PEEP riduzione della HPV
riduzione della FIO2 (come i vasocostrittori)  riduzione della HPV
l'isofluorano, propofol (molti farmaci alterano la HPV in modo indiretto e non chiaro) nessun effetto sulla HPV

  alla pagina principale