Generalità, definizione ed etiopatogenesi
Il diverticolo è stato descritto da Zenker e Ziemssen per la
prima volta nel 1877. "Una ristretta
porzione della parete easofagea diventa incapace di resistere alle prerssioni
ivi esercitate dagli atti della deglitizione, venendo a mancare il normale supporto
delle fibre muscolari. Poiché il bolo, solido o liquido, sospinto dalla
contrazione dei muscoli faringei, preme con massima forza contro questa porzione
cedevole, la membrana mucosa incomincia a sporgere discretamente in fuori; quindi,
per il costante ripetersi della medesima azione, essa protrude in misura via
via maggiore, finché un sacco è costituito, dove il cibo rimane
dopo che la deglutizione è cessata. In seguito, per il peso del contenuto
che qui ristagna, il diverticolo viene sempre più disteso e trascinato
in basso: così, nel corso degli anni, esso diventa una di quelle sacche
che pendono tra la colonna vertebrale e l'esofago, comprimendo questi in avanti,
finché la cavità diverticolare rappresenta la diretta continuazione
del faringe. Avviene in tal modo che tutti gli ingesti cadano nel diverticolo
e che l'esofago spostato dal suo asse possa ricevere soltanto a fatica una parte
del cibo, per compressione manuale dall'esterno o mediante una sonda."
Il diverticolo di Zenker fa parte della
grande famiglia dei diverticoli esofagei, tasche epiteliali di varie dimensioni
che sporgono dal lume esofageo. Il diverticolo di Zenker è quello di
più frequente riscontro ed è tre volte più frequente nel
sesso maschile e generalmente insorge in età media ed avanzata.
L' eziopatogenesi del diverticolo di Zenker è
data dall'estroflessione della mucosa che, sotto la spinta della pressione endoesofagea
(per questo motivo viene anche definito "da pulsione"), si
fa strada posteriormente sulla linea mediana dell'esofago dove i fasci
obliqui del costrittore inferiore del faringe e i fasci
trasversali del cricofaringeo (sfintere esofageo superiore) delimitano
uno spazio triangolare di relativa debolezza che è noto anche come come
triangolo di Killian. Dal momento che la protrusione
posteriore è limitata dalla colonna vertebrale, il diverticolo ingrandendosi
si viene a trovare a lato della linea mediana, in genere a sinistra, dietro
l'esofago. La posizione a sinistra del diverticolo sarebbe dovuta, secondo alcuni,
alla maggiore estensione a sinistra del triangolo di Killian, secondo altri,
alla situazione anatomica dell'esofago stesso, lievemente
spostato a sinistra a livello cervicale. Il diverticolo ha una parete
sottile formata solamente da mucosa e sottomucosa.
Si ipotizza che una incoordinazione motoria nella deglutizione
e dello sfintere esofageo superiore (incoordinazione faringoesofagea) siano
fattori patogenetici. Le discinesie faringoesofagee, che si ritiene siano alla
base del meccanismo patogenetico della affezione, sono:
1
|
mancato rilasciamento del muscolo cricofaringeo |
2
|
contrazione del SES prima che la contrazione faringea si sia completa |
3
|
ipertono dello sfintere secondario a reflusso gastro-esofageo |
4
|
discinesia secondaria ad altri disordini della motilità esofagea quali acalasia e spasmo diffuso |
Sintomatologia
Lo sviluppo del diverticolo è preceduto da un periodo di disfagia
riferibile a livello cervicale. Con l'aumento di dimensioni, la tasca
tende ad assumere una posizione longitudinale e declive, comprimendo e dislocando
l'esofago anteriormente sino ad allinearsi con il faringe. Di conseguenza il
cibo ingerito entra più facilmente nel diverticolo
che nel lume esofageo.
La sintomatologia è molto variabile e la sua gravità è
direttamente proporzionale alle dimensioni del diverticolo. Lo stadio iniziale
di solito è asintomatico o al massimo vi
può essere una lieve disfagia per i cibi solidi. Con l'ingrandirsi della
tasca epiteliale compaiono i primi rigurgiti di alimenti,
spesso con carattere fetido, fino ad una vera e propria ruminazione. La disfagia
si fa ingravescente e la perdita di peso può essere rilevante. Spesso
i pazienti lamentano tosse cronica non produttiva.
Il materiale che ristagna nel diverticolo durante la notte può passare
nelle vie respiratorie con il rischio di gravi polmoniti
ab ingestis.
All'esame obiettivo molto raramente troviamo una tumefazione laterale del collo,
mentre frequente è il riscontro della deglutizione
rumorosa (per gorgogliamento dell'aria che
arriva nel diverticolo insieme al cibo). A volte vi può essere disfonia
per compressione del nervo ricorrente e una parziale
o totale sindrome
di Claude bernard Horner (CBH);
molto rari gli episodi sincopali per compressione del seno carotideo).
Riassumendo:
1 |
disfagia e la ruminazione sempre più frequenti, disfagia diventa sempre più grave |
2 |
compaiono attacchi di tosse |
3 |
rigurgito posturale |
4 |
faringiti |
5 |
alitosi |
6 |
raucedine |
7 |
anoressia |
8 |
incostanti sono i fenomeni compressivi (disfonia, per compressione ricorrenziale; la miosi e l'enoftalmo, per compressione della catena simpatica; i disturbi sincopali, per compressione vagale e carotidea) |
9 |
materiale ingerito può accumularsi nel diverticolo al punto di renderlo, in rare circostanze, palpabile in posizione latero-cervicale sinistra |
10 |
la palpazione provoca rumore di gorgoglio |
11 |
alcuni pazienti eseguono manualmente lo svuotamento del diverticolo, comprimendolo e rimandando in faringe il contenuto, che viene nuovamente masticato e di nuovo deglutito |
Diagnosi
La diagnosi oltre che su dati clinici si basa su esami strumentali. Un esofagogramma
baritato è il gold standard; di completamento si può richiedere
una gastroscopia (che deve essere eseguita da personale
altamente qualificato e con molta cautela in quanto, specie nei diverticoli
di rilevanti dimensioni, lo strumento può andare nel falso lume del diverticolo
con il seguente rischio di rottura) e una esofago-manometria
(per documentare eventuale incoordinazione motoria).
1
|
le proiezioni laterali sono in grado di rilevare il diverticolo, il suo colletto |
2
|
il grado di spostamento dell'esofago e la presenza di eventuali livelli idroaerei |
3
|
l'esofagoscopia è controindicata o va eseguita con precauzioni particolari da un esaminatore esperto, poiché lo strumento tende ad infilarsi direttamente nel diverticolo e, per la sottigliezza della parete, il rischio di perforazione è elevato |
4
|
la manometria va effettuata per evidenziare o meno la presenza di ipertonia del SES |
5
|
la pH-metria 24h è utile per escludere la presenza di reflusso gastro-esofageo |
L'intervento è stato portato a termine in circa
90 minuti e non si sono verificati particolari problemi durante l'esecuzione
del medesimo e neppure nel postoperatorio. Il malato si è canalizzato spontaneamente
in prima giornata ed è stato dimesso entro le 72 ore dall'intervento.
Non sono stati lasciati drenaggi endoperitoneali.
Condotta operatoria e risultati
Vengono
riassunti i reperti clinici riscontati durante gli interventi e le opzioni cliniche
a cui si è fatto ricorso. In particolare si sottolinea che tutti gli
interventi sono stati iniziati e completati
per via laparoscopica e che in tutti i casi
il difetto della regione iatale presentava dimensioni superiori ai 6 cm.
Con un intervento convenzionale questo tipo di difetto sarebbe stato riparato
solo mettendo in trazione i deboli tessuti dell'orifizio iatale ponendo così
le basi per una recidiva.
|
in cinque casi di concomitante GERD è stata praticata anche una fundoplicatio anche in base al grado di ipotonia del LES e della motilità efofagea |
|
tutti gli interventi sono stati iniziati e completati per via laparoscopica |
|
in tutti i casi il difetto della regione iatale presentava dimensioni superiori ai 6 cm |
|
la durata media dell'intervento è stata di 120 minuti (range 90-180) |
|
l'unica complicazione post-operaratoria è consistita in un caso di polmonite in 7a giornata e il trattamento è stato di tipo medico |
|
in due azienti con colelitiasi si è proceduto alla colecistectomia laparoscopica senza dover ricorrere all'inserzione di altri trocar |
|
la rialimentazione orale è stata ripresa in 2a-3a giornata |
|
la degenza media postoperatoria è stata di circa 4 giorni (range 3-6). La ripresa dell'attività lavorativa è avvenuta in 7a-20a giornata |
L'intervento è
stato praticato dal Prof. M. Taviani, dal Dr. P. Diviacco, dal Dr. F.
Ronzitti. L'iconografia è opera del Dr. S. Cucumazzo, del Dr. G. Barabino e del Dr. Diviacco. La pagina è stata realizzata dal Dr. P. Diviacco con la collaborazione del Dr. G. Barabino e del Dr. S. Cucumazzo. La pagina è stata sottoposta a peer rewiev interna. Pagina realizzata il 09 Ottobre 2002 |