Nel corso degli anni erano stati messi a punto diversi
interventi per il trattamento del reflusso gastroesofageo. Tutte queste
procedure a cielo aperto avevano in comune la necessità di una ampia
visuale sulla zona cardiale. La conseguenza era la necessità di
una ampia laparotomia con una energica e prolungata trazione sottocostale.
Da ciò derivava l'intenso dolore postoperatorio e la necessità
di una ospedalizzazione prolungata. Grazie alle metodiche videolaparoscopiche
tutte le complicanze legate all'accesso parietale sono state eliminate
e questi interventi, divenuti obsoleti con l'avvento di nuovi farmaci (in
particolare gli H2 antagonisti), hanno riacquistato la loro validità
(cfr intervento di Taylor).
Per via VL sono praticabili tutti gli interventi sulla
giunzione esofago-gastrica (Toupet, Hill, Nissen, etc.). Le tecniche di
plicatura sono esattamente sovrapponibili a quanto veniva eseguito a cielo
aperto. Descriviamo di seguito un intervento di plicatura secondo Nissen-Rossetti.
Figura 1
L'intervento ha inizio con la mobilizzazione del lobo
sinistro del fegato verso l'alto utilizzando un retrattore a ventaglio.
La manovra è resa possibile dalla sezione del legamento triangolare
sinistro.
Figura 2
Si procede dunque all'isolamento dell'esofago terminale
della regione cardiale. Durante questa fase è necessario porre la
massima attenzione al decorso dei nervi vaghi che non devono essere lesi.
Figura 3
La finestra retroesofagea deve avere dimensioni tali da consentire
agevolmente il passaggio del fondo dello stomaco. Quando l'esofago è
completamente isolato inizia la fase di plicatura della giunzione cardiale.
Figura 4
Il fondo dello stomaco viene afferrato con una pinza
curva e viene fatto passare dietro all'esofago.
Figura 5
L'esofago viene affiancato a destra dalla porzione gastrica
passata per via retroesofagea e a sinistra dalla grande curva gastrica.
Vengono passati alcuni punti per fissare i due lembi gastrici al davanti
dell'esofago. Alcuni di questi punti devono comprendere anche la parete
esofagea per evitare il movimento telescopico dell'esofago. Nella figura
si può osservare da destra a sinistra la pinza di Babkock che trattiene
la porzione di stomaco retroesofagea, l'esofago (indicato dalla freccia
1) e il fondo gastrico (indicato dalla freccia 2).
Figura 6
L'intervento ha fine con la protezione della plastica
con un lembo di omento.
La durata media dell'intervento è nell'ordine delle
3 ore e non esistono controindicazioni particolari all'intervento (cfr
controindicazioni assolute all’intervento di video-laparo-colecistectomia).
In genere l'ospedalizzazione non supera i tre giorni
necessari alla risoluzione dell'ileo postoperatorio. Nel postoperatorio
non vi sono particolari prescrizioni farmacologiche o dietetiche. Il follow-up
può limitarsi a un controllo ambulatoriale a sei mesi di distanza
dall'intervento.