Bisogna distinguere gli accessi a seconda dell'indicazione
alla esplorazione chirurgica del fegato.
In caso di esplorazione chirurgica a seguito di traumi
si vuole ottenere un accesso ampio al parenchima epatico, ma anche alla
vena cava retroepatica e agli altri visceri addominali; in questi casi
può essere indicato un accesso combinato toracoaddominale (addominale
mediano prolungato al torace verso il 5o,
6o, 7o
e 8o spazio intercostale.).
In caso di affezioni non traumatiche, trattabili in elezione
e che non richiedano una esplorazione della vena cava inferiore l'accesso
può essere esclusivamente sottocostale evitando il lembo toracico.
In ogni caso anche l'età e la conformazione del paziente hanno il
loro significato; un torace a base larga in un soggetto giovane con lesioni
epatiche anteriori consente agevolmente anche una epatectomia destra attraverso
una incisione sottocostale.
L'accesso toraco-addominale
è la via preferita da molti autori francofoni. Si inizia l'incisione
a livello dell'ombelico e ci si dirige, attraversando il muscolo retto,
verso destra in direzione della 7a
costa o dello 8o spazio
intercostale. Dopo l'esplorazione del fegato, stabilito che la resezione
è praticabile, si apre il torace lungo lo 8o
spazio intercostale. Questa via di accesso si presta bene per le resezioni
di masse del lobo epatico destro specie se in sede posteriore.
L'accesso (bi)sottocostale addominale
è molto utilizzato dai chirurghi anglosassoni. Si tratta di una
incisione sottocostale destra che può essere ampliata sulla linea
mediana oppure verso sinistra sotto l'arcata costale; può essere
ampliata anche verso uno spazio intercostale (solitamente lo 8o).
L'accesso addominale mediano
è indicato per le lesioni del lobo sinistro. Solitamente è
necessario asportare l'apofisi ensiforme dello sterno. Nel caso divenga
necessario un controllo della vena cava retroepatica l'accesso può
essere ampliato al torace con una sternotomia mediana
inferiore a T o più semplicemente aprendo
radialmente il diaframma davanti alla vena cava inferiore (accesso
diretto nel pericardio).
L'anatomia
vascolare e della Via Biliare intraepatica
L'anatomia del fegato è stata completamente rivista
a partire dagli anni '50. In questo periodo si è affinata la tecnica
della chirurgia resettiva epatica ed è stato necessario un nuovo
approccio anatomico basato su una suddivisione dell'organo in lobi e segmenti.
Questa divisione ha una solida base nella vascolarizzazione segmentaria.
|
Schema 4
I rami di origine dell'arteria eparica con le principali arterie del tripode celiaco: 1 - aorta; 2 - tripode celiaco; 3 - arteria mesenterica superiore; 4 - arteria splenica; 5 - arteria gastrica; 6 - arteria epatica; 7 - arteria pancreatico duodenale superiore; 8 - arteria pancreatico duodenale inferiore; 9 - ramo colecistico; 10 - arteria epatica comune; 11 - rami epatici destro e sinistro. |
Le modalità di origine e suddivisione dell'arteria epatica sono soggette a molte variazioni individuali. Lo schema indica la situazione ideale (1 tripode celiaco, 2 arteria splenica, 3 gastrica destra, 4 mesenterica superiore, 5 pancreaticoduodenali, 6 epatica comune, 7 e 8 rami epatici destro e sinistro). Questa disposizione si incontra raramente mentre sono più usuali le seguenti con divisione precoce dell'epatica comune (1 splenica, 2 gastrica destra, 3 epatica, 4 e 5 rami epatici destro e sinistro, 6 cistica, 7 pancreaticoduodenali). Altre disposizioni comuni sono le seguenti con i rami D e S che originano dall'epatica comune (A e B) o con la persistenza di rami fetali (C) (1 splenica, 2 gastrica destra, 3 e 4 rami epatici destro e sinistro, 3-4 rami fetali, 5 pancreaticoduodenali, 6 mesenterica superiore). Altre disposizioni da dover conoscere sono le seguenti con i rami D e S che originano dalla mesenterica superiore (A), dal tripode (B) o da entrambe (C); in ogni caso l'epatica comune è assente: (1 splenica, 2 gastrica destra, 3 e 4 rami epatici destro e sinistro, 5 mesenterica superiore, 6 pancreaticoduodenali). | |
|
Schema 5
Le principali arterie: 1 - arteria epatica; 2 - ramo di divisione destro; 3 - ramo di divisione sinistro; 4 - ramo segmentale anteriore; 5 - ramo segmentale anteriore-inferiore; 6 - ramo segmentale anteriore-superiore; 7 - ramo segmentale posteriore; 8 - ramo segmentale posteriore-inferiore; 9 - ramo segmentale posteriore-superiore; 10 - ramo segmentale anteriore-superiore; 11 - rami segmentali per il lobo caudato; 12 - ramo segmentale mediale-superiore; 13 - ramo segmentale laterale; 14 - ramo segmentale laterale-superiore; 15 - ramo segmentale laterale-inferiore; 16 - ramo segmentale mediale; 17 - ramo segmentale mediale-inferiore. |
|
Schema 6
La conoscenza delle modalità di divisione delle arterie epatiche è importante per pianificare gli interventi di resezione epatica. La figura dimostra le principali modalità di divisione dell'arteria epatica sinistra: A - 40% dei casi, l'arteria epatica S. si divide in due rami (laterale e mediale); B - 35% dei casi, l'arteria epatica S. si divide in due rami (latero-superiore, latero-inferiore e mediale); C - 25% dei casi, l'arteria epatica S. fornisce solo un ramo laterale mentre il ramo mediale nasce dall'arteria epatica destra; pertanto il ramo mediale S. attraversa il solco interlobare. |
|
Schema 7
I principali rami di divisione della vena porta intraepatica: 1 - vena porta; 2 - ramo di divisione anteriore; 3 - ramo di divisione posteriore; 4 - ramo segmentale anteriore-inferiore; 5 - ramo segmentale posteriore-inferiore; 6 - ramo segmentale posteriore-superiore; 7 - ramo segmentale anteriore-superiore; 8 - rami segmentali per il lobo caudato; 9 - ramo di divisione trasverso e ombelicale; 10 - ramo segmentale mediale-inferiore; 11 - ramo segmentale leterale-inferiore; 12 - ramo segmentale mediale-superiore; 13 - ramo segmentale laterale-superiore. |
|
Schema 8
I principali rami di divisione della via biliare intraepatica: 1 - coledoco; 2 - dotto cistico; 3 - colecisti; 4 - dotto epatico comune; 5 - dotto epatico destro; 6 - dotto epatico sinistro; 7 - ramo segmentale anteriore; 8 - ramo segmentale anteriore-inferiore; 9 - ramo segmentale anteriore-superiore; 10 - ramo segmentale posteriore; 11 - ramo segmentale posteriore-inferiore; 12 - ramo segmentale posteriore-superiore; 13 - rami per il lobo caudato; 14 - ramo segmentale laterale-superiore; 15 - ramo segmentale laterale-inferiore; 16 - ramo segmentale laterale; 17 - ramo segmentale mediale; 18 - ramo segmentale mediale-inferiore; 19 - ramo segmentale mediale-superiore. |
|
Schema 9
La costituzione del dotto epatico destro: A - disposizione usuale; 1 - dotto comune; 2a - dotto del segmento antero-inferiore; 2b - dotto del segmento antero-superiore; 3 - dotto epatico destro; 4a - dotto del segmento postero-superiore; 4b - dotto del segmento postero-inferiore; 5 - dotto epatico sinistro; B - disposizione meno frequente; 1 - dotto comune; 2a - dotto del segmento antero-inferiore; 2b - dotto del segmento antero-superiore; 3 - dotto epatico destro; 4 - dotto del segmento postero-inferiore; 5 - dotto del segmento postero-superiore; 6 - dotto epatico sinistro; C - disposizione ancora più rara (manca il dotto destro). 1 - dotto comune; 2 - dotto del segmento anteriore; 3 - dotto del segmento posteriore; 4 - dotto epatico sinistro; |
|
Schema 10
La costituzione del dotto epatico sinistro: A - disposizione usuale; 1 - dotto comune; 2 - dotto del segmento mediale; 3 - dotto del segmento laterale; B - disposizione meno frequente; 1 - dotto comune; 2 - dotto del segmento mediale che si congiunge a quello del segmento latero-inferiore; 3 - dotto del segmento latero-inferiore (il dotto del segmento medio è duplicato); |
Per quanto concerne l'anatomia delle vie biliari extraepatiche cfr Anatomia della Via Biliare e pitfalls della VLC. |
|
Le vene sovraepatiche e le
loro branche di origine hanno una disposizione completamente diversa. Gli
autori anglosassoni le definiscono come aventi una disposizione
intralobare e intersegmentale (situazione assai simile a quella
che si incontra nel polmone).
Il
drenaggio linfatico fegato
Il drenaggio linfatico del fegato è diretto verso
due circoli, superficiale e profondo.
Il circolo superficiale è rappresentato da vasi
sottosierosi immediatamente sotto la capsula di Glisson. Rouviere ha descritto,
già nel 1938, 5 vie preferenziali:
|
dalla superficie anteriore, superiore e destra, attraverso il forame sternocostale di Morgagni, verso i linfonodi frenici anteriori |
|
dalla superficie postero-superiore, attraverso il forame cavale, verso i linfonodi frenici medio-laterali |
|
dalla superficie posteriore del segmento laterale sinistro verso i linfonodi del gruppo paracardiale (parte dei l. gastrici sinistri) |
|
dalla superficie posteriore del lobo destro, attraverso i linfonodi satelliti dell'arteria frenica inferiore, verso i linfonodi celiaci |
|
dal margine anteriore e dalla superficie inferiore verso i linfonodi dell'ilo epatico |
La tabella riporta uno schema delle connessioni dei linfonodi frenici:
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ai lati e dietro l'apofisi ensiforme dello sterno | satelliti del nervo frenico destro | tra le crura del diaframma |
|
superficie convessa del fegato, diaframma, parete addominale anteriore | porzione media del diaframma, parte destra della cupola epatica, parte profonda della regione delle vene sovraepatiche | porzione posteriore del diaframma, linfonodi del gruppo medio |
|
linfonodi sternali | linfonodi frenici posteriori | linfonodi delle catene lombari, linfonodi medistinici posteriori, linfonodi celiaci |
Il circolo profondo veicola la maggior parte del flusso
linfatico. Il drenaggio è diretto
1 - verso il linfonodi frenici medi (laterali) seguendo
le vene epatiche e la vena cava attraverso li iato cavale;
2 - verso i linfonodi ilari seguendo le branche di divisione
della vena porta.
I due circoli, profondo e superficiale, sono ampiamente
interconnessi.
Le figure seguenti danno una rappresentazione schematica
del circolo linfatico epatico:
L'anatomia
segmentaria del fegato
La tradizionale suddivisione anatomica del parenchima
epatico elaborata dagli anatomisti è stata superata da quella messa
a punto, nel 1957, da Couinaud.
Questa suddivisione in lobi è segmenti è
molto più adatta per l'approccio chirurgico.
La principale differenza tra le due concezioni anatomiche,
classica e chirurgica, riguarda la divisione tra il lobo destro e sinistro;
gli anatomisti la facevano cadere in corrispondenza al legamento falciforme,
mentre i chirurghi trovano più corretto un confine che passa per
un piano diretto attraverso il letto della colecisti fino al solco posteriore
della vena cava (piano principale o linea di Cantlie).
Le vene epatiche dividono, i due lobi D e S individuati sopra, in settori e segmenti caratterizzati dal fatto di possedere un supporto vascolare autonomo.
Generalità
sulla chirurgia epatica
I segmenti epatici, individuati come sopra descritto,
hanno un volume percentuale come riportato in tabella:
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
alterazione | resezione 50% | resezione 70% |
ittero | transitoria insufficienza epatica, secondario a trasfusioni e riassorbimento di versamenti ematici | ittero più intenso |
enzimologia | aumento fosfatasi alcalina e transaminasi | |
sintesi d'albumina | diminuita | importante, massima in 7a giornata, ascite |
Lo strumentario chirurgico necessario per una resezione epatica consiste di ferri vascolari, soprattutto clamp di dimensioni diverse, e clips emostatiche. Le clips consentono una emostasi veloce e sicura, mentre si pratica la resezione del parenchima, sui vasi di maggio calibro mentre la colla di fibrina consente l'emostasi finale sui vasi di piccolissimo calibro.
I
principali interventi sul parenchima epatico
Le epatectomie possono essere
divise in due gruppi:
- le epatectomie tipiche
sono interventi che comportano l'exeresi di una porzione di parenchima
epatico limitato da piani anatomici ben definiti (cfr anatomia
segmentaria);
- le epatectomie atipiche
sono interventi che comportano l'asportazione di una parte di parenchima
epatico non delimitato da piani anatomici precisi.
Il termine epatectomia regolata
può generare confusione; Lortat-Jacob e Couinaud hanno usato questo
termine per quegli interventi nei quali è stato praticato un controllo
vascolare preventivo in contrapposizione agli interventi immediatamente
diretti per via parechimatosa. Si preferisce pertanto parlare di epatectomie
tipiche con o senza preventivo controllo vascolare portale
isolato o portale e sovraepatico.
I principali interventi resettivi (resezioni
tipiche) sul parenchima epatico sono così schematizzabili
(cfr figura
per il riferimento ai segmenti):
epatectomia destra: segmenti 5 6 7 8
epatectomia sinistra: segmenti 2 3 4
epatectomia destra allargata (extended right hepatectomy): segmenti 4a
4 b 5 6 7 8 con o senza il numero 1
epatectomia sinistra allargata (extended left hepatectomy): segmenti 2
3 4a 4b 5 8 con o senza il numero 1
mesoepatectomia: segmenti 4a 4b 5 8
epatectomia trasversa: segmenti 4b 5 6
La terminologia "lobectomia epatica", segmentectomia
laterale e trisegmentectomia e via dicendo, molto in uso presso alcuni
chirurghi specie nel passato decennio, è anatomicamente meno precisa.
Con questa nomenclatura i principali interventi visti sopra vengono denominati
come riportato di seguito(H. Bismuth):
epatectomia destra: segmenti 5 6 7 8
epatectomia sinistra: segmenti 2 3 4
lobectomia
sinistra: segmenti 2 e 3
lobectomia destra: segmenti 4a 4b 5 6 7 8
Questa classificazione, cara agli autori francofoni,
si basa sulla definizione di lobo come porzione di parenchima definita
da solchi o scissure più o meno profonde (Littré). Seguendo
questa nomenclatura e l'anatomia segmentaria sono comunque possibili anche
interventi diversi. Sono segnalati, ad esempio, i seguenti interventi:
bisegmentectomia mediana destra e sinistra (segmenti 4a 4b 5 8);
bisegmentectomia anteriore orizzontale (segmenti 4b 5 6).
Sono comunque praticati anche interventi di resezione
di un segmento isolato (per esempio la resezione isolata del segmento 2
o del segmento 7 ).
I segmenti 3 e 6 sono rimossi isolatamente assai di rado.
Le tecniche chirurgiche per
eseguire una resezione epatica tipica sono essenzialmente due:
- tecnica con controllo vascolare
preventivo: questa tecnica è stata descritta da Lortat-Jacob
ed è stata ripresa da Couinaud. La metodica prevede il controllo
preventivo della vena cava e dei vasi all'ilo. In questo modo si evita
il sanguinamento massivo, ma si corre il rischio di devascolarizzare eccessivamente
il parenchima. Bisogna considerare infatti che la variazione anatomica
nella disposizione dei vasi è frequente;
- tecnica con sezione parenchimale
immediata: questa tecnica è stata descritta da Ton That Tung
e prevede la resezione immediata del parenchima, mediante digitoclasia,
seguita dall'emostasi. In questo modo si può praticare una resezione
"à la demande" seguendo la variabilità anatomica vascolare.
Queste due tecniche vanno considerate complementari e
vanno associate per quanto possibile.
Per la sezione parenchimale
la tecnica più semplice è quella di proposta da Ton That
Tung e conosciuta col termine digitoclasia. Il parenchima epatico viene
afferrato tra il pollice e l'indice e viene rapidamente frammentato fino
ad incontrare i vasi, più solidi, che vengono chiusi con materiale
riassobibile o con clips.
|
Schema 21
Sezione parenchimale con digitoclasia secondo Ton That Tung. |
L'esclusione
vascolare totale: normalmente il controllo vascolare sulla vena
cava è ottenuto preliminarmente in corso delle epatectomie destra
e sinistra allargate e della mesoepatectomia,
mentre negli altri casi può essere omesso. Il controllo non è
sempre possibile specie nei casi con infiltrazione della struttura vascolare
da parte della malattia neoplastica. Il controllo si ottiene mobilizzando
ampiamente il fegato e posizionando clamps vascolari sulla vena cava sopra
l'emergenza delle vene sovraepatiche e sotto
il fegato (controllo sovraepatico) e sui vasi
del peduncolo (controllo portale). Normalmente
è necessario espandere il volume circolante con soluzioni cristalloidali
e verificare assiduamente la stabilità emodinamica. Un periodo di
test di 5 minuti di solito è sufficiente a testare la tolleranza
del paziente; a in caso di instabilità la resezione non viene praticata
a meno di installare un by-pass
extracorporeo provvisorio. In alternativa agli angiostati si possono
posizionare dei tourniquet in silicone morbido da serrare solo in caso
di emorragia infrenabile, riservando a solo a questi casi d'emergenza emorragica
l'esclusione totale; in questo caso l'angiostato viene posizionato esclusivamente
sull'arteria e sui rami portali destinati al parenchima da resecare.
|
Schema 22
Schema di esclusione vascolare totale, in corso di epatectomia destra, con due tourniquet sulla vena cava sopra e sottoepatica e un angiostato sui rami ilari destri. |
|
Schema
23
Schema di by-pass della vena cava inferiore; questo tipo di shunt temporaneo viene utilizzato per consentire il ritorno venoso con un campo operatorio epatico escluso dal circolo e quindi esangue. La cannula venosa può essere introdotta nella VCI attraverso l'atrio destro; in questo caso il tourniquet tipo Rommel attorno alla vena cava inferiore sarà posizionato sotto all'atrio e al di sopra delle vene sovraepatiche. Un angiostato è stato posizionato sugli elementi del peduncolo all'ilo immediatamente prima della biforcazione. Vedi immagine successiva |
|
Schema
24
In questo caso la cannula venosa è stata introdotta nella VCI attraverso una venotomia immediatamente sotto dell'emergenza delle vene renali evitando pertanto la toracotomia e l'atriotomia; in questo caso il tourniquet tipo Rommel attorno alla vena cava inferiore sarà posizionato appena al di sopra delle vene sovraepatiche. Un angiostato è stato posizionato sugli elementi del peduncolo prima della ramificazione. Vedi immagine precedente |
Di seguito vengono riportate, per ogni tipo di intervento, alcune note di tecnica chirurgica:
epatectomia sinistra allargata (extended left hepatectomy) con asportazione dei segmenti 2 3 4 5 8 con o senza il numero 1. Si tratta di un intervento impegnativo in quanto viene rimosso circa il 68% del tessuto epatico e la quota rimanente deve essere in condizioni tali da evitare l'insufficienza epatica post-operatoria. La perdita ematica intraoperatoria di solito è inferiore a 700-800.
mesoepatectomia
con asportazione dei segmenti 4a 4b 5 8. L'indicazione a questo intervento
è rappresentata dal carcinoma della colecisti infiltrante localmente
il letto epatico e dalle neoplasie del confluente biliare. Anche questo
intervento è particolarmente indaginoso quasi quanto l'epatectomia
destra allargata. Di solito si asporta circa il 50% del parenchima.
Riassumendo le resezioni epatiche regolari devono seguire i piani anatomici indicati nel paragrafo precedente; i principali interventi resettivi sul parenchima epatico sono schematizzain tabella:
Le principali tecniche chirurgiche sono riassunte in tabella:
alla pagina della chirurgia epatica
alla pagina principale
Bibliografia
essenziale